“Non sapevo di essere una punta”. Quando David James divenne attaccante con Stuart Pearce

“Non sapevo di essere una punta”. Quando David James divenne attaccante

Quanta [censura di Facebook, ndr] si deve mangiare prima di tornare ad avere una soddisfazione sportiva? Se sei del Manchester City parecchia.

Quanto tempo ci si mette a fallire un obiettivo stagionale e la credibilità dell’intero spogliatoio? Se sei Stuart Pearce pochi secondi.

Ce ne sono voluti 240 per la precisione, due minuti più altri due di recupero, per vivere una storia surreale, grottesca, e per questo affascinante.

È il 15 maggio 2005, ultima giornata di Premier League.
Il “piccolo” Manchester City, quello dell’era precedente all’imprenditore thailandese Shinawatra e agli sceicchi, ospita il Middlesbrough per un vero e proprio spareggio per la Coppa UEFA.
Il ‘Boro’, settimo in classifica, ha due risultati su tre a proprio favore. Il City, ottavo, è obbligato a vincere per strappare l’approdo in Europa.

L’inizio non è dei più promettenti per i padroni di casa, subito in svantaggio dopo il gol di Jimmy Floyd Hasselbaink al 23′. Un incubo per i Citizens, a cui fanno seguito le barricate del Middlesbrough, pronto ormai a lasciar scorrere il cronometro per tutto il resto della partita.

Kiki Musampa al 46′ rianima i 47mila del City of Manchester e riporta il risultato in parità, ma serve completare la rimonta per l’Europa.

“Non sapevo di essere una punta”

Due minuti più recupero al termine, improvvisamente si scalda il secondo portiere del Manchester City, Nicky Weaver, qualcuno pensa a un infortunio del titolare David “Calamity” James, altri vedendolo in piedi senza alcun problema restano perplessi. E hanno terribilmente ragione.

C’è un cambio, Claudio Reyna, lo storico numero 10 della nazionale statunitense degli anni ’90-2000, esce dal campo visibilmente incredulo e furioso, per fare posto al portiere Nicky Weaver. Contemporaneamente il portiere titolare David James si avvicina alla panchina per indossare una nuova maglia come giocatore di movimento. Andrà a fare la punta per i minuti finali.

Unica sostituzione possibile? Mossa disperata per raggiungere la vittoria? No, scelta tecnica, addirittura premeditata, di una mente malata come quella di “Psycho” Stuart Pearce. Perché il Manchester City avrebbe in panchina anche l’attaccante Jon Macken, pagato 5 milioni di sterline un paio di stagioni prima.

Danny Mills, difensore del City, in quegli istanti è seduto in panchina e qualche anno dopo dichiarerà: “Abbiamo visto Weaver scaldarsi, eravamo tutti convinti si fosse fatto male James. Poi lo vediamo avvicinarsi alla panchina e prendere una maglia da giocatore di movimento, stampata con il numero 1 e la scritta James, quindi era tutto premeditato. Weaver va in porta, James va in attacco. L’intera panchina si guarda con un’espressione tipo: ‘Oh, mio Dio!’. Macken, l’attaccante in panchina, ovviamente era il più incazzato. Per avere già pronta la maglia di James come attaccante devi aver pensato a questa cosa già con giorni d’anticipo.

Ed è proprio così, per stessa ammissione di Stuart Pearce, che a fine gara dichiarerà: “Ero seduto a casa ieri e pensavo: ‘Cosa dovrei fare nel caso stessimo pareggiando nei minuti finali e fossimo costretti a lanciare lungo?’. Avevo un buon attaccante come Jon Macken, che però era giù di morale. Volevo creare qualcosa che scombinasse i piani del Middlesbrough. In qualche modo è stato così, ha scombinato chiunque, loro e noi”.

Siamo ancora all’88’, lancio lungo, James stoppa la palla in area di rigore, tenta un paio di veroniche improbabili per provare a tirare ma commette fallo. Sembra un tamarro delle autoscontro che gioca una partitella con le Dr. Martens.
Il Manchester City continua a premere, palla in area verso James che crea casino – o meglio – mette in apprensione la difesa avversaria.

È calcio di rigore, nei minuti di recupero.

Rigore per il Manchester City.

(*Stuart Pearce è a pochi secondi dall’essere definito un genio del calcio*)

Lo tira Robbie Fowler.

(*Tra poco ricorderemo a vita l’intuizione del cambio con James attaccante*)

Fowler calcia… male, malissimo.

Mark Schwarzer para.

(* … *)

Nuovo lancio lungo, il pallone si impenna dalle parti di James che prova un’ottimistica semirovesciata, manca il pallone.
La palla rimane lì, ma James la cicca nuovamente e colpisce un difensore.
La partita è finita.

 

“Non sapevo di essere una punta”. Quando David James divenne attaccante con Stuart Pearce

 

Da quel momento tutto lo spogliatoio del Manchester City fu contro l’allenatore – racconterà Mills a ‘Soccer AM’ – gran parte dei giocatori non vollero più sentir parlare di Stuart Pearce”. Anche se paradossalmente c’è mancato davvero poco. “Quando ho visto James con la maglia da attaccante non potevo credere ai miei occhi – dichiarerà l’allenatore del Middlesbrough Steve McLaren al ‘Guardian’ – siamo stati a un passo da definire Pearce un genio. Per fortuna abbiamo difeso bene a livello collettivo”.

Il Middlesbrough, fresco di qualificazione europea, la stagione successiva clamorosamente si arrese soltanto in finale di Coppa UEFA, venendo sconfitto dal Siviglia.

Al Manchester City servirono sette anni esatti, quintali di milioni di euro e il ‘Kun’ Aguero per raggiungere una gioia nei minuti finali di un’ultima giornata di campionato nel proprio stadio.

Stuart Pearce venne esonerato due anni esatti più tardi. Non allenò più in Premier League.


FINE.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

3 × 3 =