Chi legge TheBegbieInside lo sa. Ci sono storie che solo il calcio, nel bene e nel male, può scrivere. Dal dolore alla gioia nel giro di pochi secondi, da uomo partita in un derby ad eroe… “per sbaglio”.
Sono già passati quattro anni da quell’8 maggio 2011 e no, in questo periodo non ricorre nessun anniversario particolare, ma a distanza di tempo se penso ad un gol last minute che di recente mi ha emozionato inevitabilmente penso a questo, secondo soltanto a quello di Troy Deeney in Watford-Leicester City del 2013.
D’altronde, quando ti ricapita di assistere ad un derby deciso da un gol vittoria al 96′ che contemporaneamente condanna i cugini alla retrocessione? La stracittadina è il Derby della Lanterna numero 104 tra Genoa e Sampdoria.
E Mauro Boselli da Buenos Aires non lo sapeva.
Non lo sapeva che in città già da giorni girava la voce di una presunta combine tra le due squadre, un pareggio che alla terzultima giornata avrebbe accontentato la formazione rossoblu (decima in classifica) e aiutato quella blucerchiata alla ricerca di disperati punti salvezza dopo una stagione rocambolesca griffata Di Carlo-Cavasin[“sono un fenomeno”].
E’ una calda serata d’inizio estate, sono le 22.20 circa: i gol di Floro Flores al 45′ e il pareggio di Pozzi al 66′ stanno trascinando il derby ad un pareggio piuttosto prevedibile, tanto è vero che anche il pubblico presente al ‘Ferraris’ ha poco da chiedere. Qualcuno, addirittura, inizia a lasciare lo stadio. All’82’ l’allenatore del Genoa Ballardini regala una passerella a Mauro Boselli, attaccante arrivato a gennaio e bersagliato da problemi fisici con sole 7 presenze, derby compreso, all’attivo.
Tra uno sbadiglio e l’altro il Genoa rimane addirittura in dieci per l’espulsione di Mesto. Il quarto uomo alza la lavagnetta e concede sei minuti di recupero. Ultima azione. Verticalizzazione di Milanetto per Boselli: controllo, veronica, diagonale di sinistro. Gol.
FERMI.
Una pietrificante sensazione di stupore pervade i tifosi allo stadio e anche quelli davanti alla tv per una frazione di secondo. “Che ha fatto questo?”. Poi la gioia, sfrenata, di una tifoseria e il dramma, profondo, dei rivali.
“Ma non lo sapeva?”. No, “Boselli non lo sapeva” cantano impazziti tifosi del Genoa pochi secondi più tardi. Entra, riceve il pallone, segna un gol storico e forse, per assurdo, fa anche qualcosa di più per chi ama il calcio. Regala una fottuta speranza, quella che, calcioscommesse o meno, non tutto fila sempre come programmato.
« Yo no sabía »
Se ne frega l’anarchico Boselli, il retrocessore, che un paio di anni dopo smentirà con forza le ipotesi di tentativo di combine emerse durante le indagini della procura sportiva. “Ricordo le esultanze in spogliatoio, eravamo al settimo cielo”. Mai quanto i tifosi, che nel quartiere Albaro gli dedicano addirittura una via e un posto speciale nei loro cuori. Non c’è rivincita. Boselli ha vinto su tutti. Eroe per caso, eroe… “per sbaglio”.