Genova, aprile 1990. I primi caldi, il finale di campionato e, qualche mese dopo, le Notti Magiche cantate da Edoardo Bennato e Gianna Nannini. Un’estate travolgente sta per investire gli italiani e gli appassionati di calcio in particolare, con i Mondiali del 1990. Prima dei bagordi, prima di Totò Schillaci, di Goycochea e della musica leggera nazionalpopolare, un’altra canzone riscuoteva un buon successo in tutta Europa: Enjoy the Silence dei Depeche Mode. Un pezzo che, neanche a farlo apposta, si collega alla perfezione con la storia surreale dell’arresto di Pato Aguilera, che TheBegbieInside.com non poteva certo esimersi dal raccontare.
Carlos Alberto Aguilera detto “Pato”
Chiariamo subito una cosa: se sentirete palare di Pato in questo articolo, o su queste pagine, il riferimento sarà solo ed esclusivamente a Carlos Alberto Aguilera, l’attaccante uruguaiano che, in coppia con Tomas Skuhravy, scrisse pagine indelebili della storia del Genoa dal 1989 al 1992. Niente baby funamboli brasiliani, niente joga bonito, niente ‘barbarelle’ varie. O forse quelle sì, ma unite a sudore, gol, vizi e un po’ di stupefacenti. Perché Pato Aguilera era così, idolo della Gradinata Nord di giorno, personaggio quantomeno discutibile di notte. Un uomo capace di segnare 8 gol in 9 partite in Coppa UEFA (storica la sua doppietta ad Anfield contro il Liverpool, primo successo di una squadra italiana sul campo dei Reds) e finire in un giro di sfruttamento della prostituzione e detenzione, e cessione gratuita, di cocaina.
L’arresto di Pato Aguilera
Cattive frequentazioni? Un complotto per incastrarlo? Su questo la giustizia italiana farà luce nel 1996, condannando Pato Aguilera a due anni di reclusione: una pena che non scontò mai perché, nel dubbio, nel 1994 ritornò in Uruguay e non mise più piede in Italia fino a quando, nel 2007, beneficerà dell’indulto. Fatto sta che il 26 aprile 1990 la stella del Genoa di Franco Scoglio viene arrestata a seguito di un’indagine della Squadra Mobile con l’accusa di sfruttamento alla prostituzione, spaccio e l’ombra del calcioscommesse.
Come dite? Non ve lo ricordate? Non scherziamo: l’annuncio (o forse sarebbe meglio dire il tentativo di annuncio) dell’arresto di Pato Aguilera è uno dei frammenti più celebri dei video di Germano Mosconi. Anche se inconsapevolmente, dunque, siete stati testimoni più volte di tutto questo.
Per il Genoa, in piena lotta per non retrocedere ad una giornata dal termine del campionato, è una doccia gelata. Ancora di più lo è per Pato Aguilera, che resta in carcere a Marassi per un paio di giorni. L’allora presidente del Grifone Aldo Spinelli con i propri legali cerca in ogni modo di far scarcerare l’attaccante per poterlo schierare la domenica. L’attesa si fa vibrante. A poco più di ventiquattro ore dalla partita decisiva contro l’Ascoli un centinaio di tifosi si ritrova davanti al carcere di Marassi per conoscere il destino del loro beniamino. Dopo un interrogatorio durato cinque ore a Pato Aguilera vengono concessi gli arresti domiciliari con la possibilità di svolgere la propria professione. Il giocatore viene portato immediatamente nel ritiro della squadra ad Arenzano, tra il tripudio generale. Uno dei quotidiani il mattino dopo titolerà in prima pagina “GIOCA!” e la febbre per la sfida decisiva contro l’Ascoli è sempre più alta.
“Tranquille doriane, Pato non parla”
L’atmosfera a Genova e frizzante e al tempo stesso surreale, la squadra di Franco Scoglio riesce a liquidare con un netto 2-0 il fanalino di coda Ascoli conquistando matematicamente la salvezza con le reti di Rotella e Ruotolo, ma il protagonista non può che essere Pato, sia in campo, con una buona prestazione, che sugli spalti. Memorabile, infatti, lo striscione della Gradinata Nord dedicato all’uruguaiano e alle cugine della Samp. “Tranquille doriane, Pato non parla”, con una chiara allusione al giro di prostituzione dell’attaccante. Al termine dei 90 minuti i giocatori del Genoa restano in campo per salutare i tifosi e ricevere il meritato tributo per l’obiettivo stagionale raggiunto. Pato Aguilera no. I boati del Ferraris, i cori in suo onore, l’entusiasmo della sua gente vengono strozzati da due Carabinieri che lo vengono a prelevare per riportarlo a casa. L’eco dello stadio si fa sempre più lontano… fino al silenzio. Enjoy the silence.