Vicenza Coppa Italia Coppa delle Coppe - Derozer Fedeli alla tribù intervista Seby Derozer

“Fedeli alla tribù”: la cavalcata del Vicenza in Coppa Italia e Coppa delle Coppe

“Una giornata a Chelsea coi colori della squadra tua, una giornata insieme alla brigata. Una giornata a Londra con la birra che va giù e la tua vita per sempre è cambiata. Non sarà mai più come prima dopo essere stato qui. Dopo aver visto la tua squadra a Stamford Bridge”. Derozer – Fedeli alla tribù.

Per chi è nato negli anni ’80 come me, questa storia rappresenta molto di più che un nuovo articolo di TheBegbieInside.com. Personalmente chiude un cerchio, dal calcio vissuto a modo mio, un po’ fuori dagli schemi, al punk italiano degli ultimi vent’anni.

Sto parlando delle gesta del Vicenza di Guidolin (stagioni 1996-1997, 1997-1998) che ha fatto sognare una città intera con la conquista della Coppa Italia e il successivo cammino in Coppa delle Coppe. E dei Derozer, storica band vicentina, che con le loro canzoni hanno segnato la scena punk italiana e in particolare con Fedeli alla tribù hanno raccontato proprio le gesta dei Lanerossi.

Attenzione. Più in basso non troverete la mera cronaca e i tabellini delle partite. Li lascio volentieri a tutte le altre pagine calcistico populiste che ormai sovraffollano i web e i social a caccia di like.

Il mio intento è quello di unire musica e calcio in uno spaccato di provincia, con una testimonianza diretta di chi era al Romeo Menti in quella calda sera d’inizio estate in cui il Vicenza conquistava la Coppa Italia contro il Napoli; e c’era pure in mezzo alla nebbia, al freddo, a sognare con i gol di Pasquale Luiso in Coppa delle Coppe, fino alla semifinale con il Chelsea.

Vicenza Coppa Italia Coppa delle Coppe - Derozer Fedeli alla tribù intervista Seby Derozer

Ho affidato proprio a Seby, il cantante dei Derozer, il ricordo di due anni da brivido in provincia.

Il Vicenza di Guidolin: un miracolo partito dal basso

Vicenza Coppa Italia Coppa delle Coppe - Derozer Fedeli alla tribù intervista Seby Derozer

Non abbiamo ancora iniziato con i ricordi e Seby ci tiene subito a fare una precisazione. Il miracolo targato da Guidolin non rappresenta nulla di casuale, partiva da molto più lontano. “Quel Vicenza è stato il coronamento di una cavalcata fantastica iniziata qualche anno prima, con Ulivieri in Serie C. Lo zoccolo duro di quella compagine è partito da lì”. Per arrivare poi al primo grande traguardo, la finale di ritorno di Coppa Italia contro il Napoli al Romeo Menti, in una città di provincia tornata improvvisamente sotto i riflettori del calcio italiano dopo anni bui. “In città il clima che si respirava in era davvero elettrizzante. Guardai la partita di ritorno in casa con il Napoli dai distinti e lo spettacolo del Menti fu davvero speciale. Il boato del secondo gol (gol di Rossi al 118′ dei supplementari, ndr) penso sia stato una delle sensazioni più potenti mai provate in vita mia”.

Il Vicenza in Coppa delle Coppe

La città è in delirio. E la stagione successiva la squadra, oltre a un campionato trascorso nelle zone tranquille della classifica, si gode la ciliegina sulla torta della vetrina europea in Coppa delle Coppe. Un’avventura cominciata senza troppe aspettative, nonostante i passaggi del turno con Legia Varsavia e Shakhtar Donetsk. Ai quarti di finale i Lanerossi trovano il Roda: 1-4 in Olanda, 5-0 a Vicenza. La gente inizia a crederci per davvero. In semifinale è la volta del Chelsea di Vialli, Zola e Di Matteo, sconfitti anche loro al Menti con gol di Lamberto Zauli. Il sogno continua a Stamford Bridge: semifinale di ritorno. “Da ragazzino quando mi chiedevano quale fosse il mio sogno calcistico, rispondevo sempre ‘vedere il Vicenza a Stamford Bridge’ – ricorda Seby il fato mi ha accontentato. Andai in Olanda per la partita contro il Roda e naturalmente a Londra. Essendo il mio più grande desiderio, da lì in poi nulla è stato più come prima. In vita mia non ho mai più rivisto le immagini della partita MAI, nemmeno una volta”.

Vicenza Coppa Italia Coppa delle Coppe - Derozer Fedeli alla tribù intervista Seby Derozer

Il Vicenza, si sa, perse 3-1. Il sogno si è infranto sul gol annullato a Luiso e sulla rimonta dei ‘Blues’. Ma poco importa, il calcio è ben altro.

E’ sensazioni, ricordi indelebili e legami indissolubili che vanno ben oltre il risultato. “Fedeli alla Tribù è nata proprio nei giorni seguenti alla trasferta di Londra. Volevo scriverla per fissare per sempre nel tempo quelle emozioni uniche ed irripetibili”. Quelle che solo uno stadio sa offrire. “Lo frequento ancora quando posso, l’atmosfera dello stadio è una cosa senza cui non riesco a stare per un periodo lungo”, nemmeno se i tempi sono cambiati. “La battaglia del movimento ultras in Italia è dura e difficile, ognuno guarda ai suoi problemi e senza una comunione di intenti non si va da nessuna parte. Per sopravvivere bisogna adeguarsi, non vi è alternativa alcuna”. Adeguarsi significa anche avviare progetti correlati, come quello di valorizzare alcuni spazi dello stadio del Vicenza, la Gradinata Sud, ad esempio, grazie all’iniziativa promossa dalla neonata linea di abbligliamento FAT e I Love Curva Sud. Partire dal basso per arrivare a vivere un sogno. Punk, sudore e calcio di provincia. Il mio cerchio chiuso.

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