Remember year 1988: la "generazione con poco talento" di Italia e Olanda

Remember year 1988: la “generazione con poco talento” di Italia e Olanda

Ascolto consigliato: Timoria – Senza vento

Mancato ricambio generazionale, vuoto, politiche sbagliate. Considerazioni che sentiamo quotidianamente riguardo le tematiche più disparate, dal mondo del lavoro al mondo della musica. Figuriamoci sul calcio, dopo la sciagura della mancata qualificazione ai Mondiali dell’Italia.

In Olanda, altra nobile selezione eliminata più o meno a sorpresa da Russia 2018, gira una maglia che recita “Remember the 1988”.

 

Remember year 1988: la "generazione con poco talento" di Italia e Olanda
Brand: DUO CENTRAL

 

Per gli appassionati di calcio, olandesi e non, significa soltanto una cosa, un tuffo nel passato all’unico successo di rilievo degli Orange, trascinati da van Basten, Gullit, Rijkaard e Koeman. Una sorta di momento nostalgia considerando i tempi cupi attuali.

Guardandola sotto un’altra prospettiva, però, svela una realtà decisamente più deprimente. Partendo proprio da un ipotetico appassionato di calcio nato nel 1988 e le poche, non per colpa sua, leggende del calcio ammirate da testimone oculare.

“Generazione con pochi ricordi”

 

Successi dell’Olanda? Manco a parlarne, finali perse, medaglie di bronzo, un’eliminazione all’Europeo casalingo del 2000 dopo un’innumerevole sfilza di rigori sbagliati.
van Basten, più che con la maglia a triangoli e il numero 12 nero dell’Olanda, il ragazzo classe ’88 se lo ricorda con una raccapricciante giacca di renna in un torrido 17 agosto 1995, mentre saluta il pubblico di San Siro per il suo addio al calcio.

 

Remember year 1988: la "generazione con poco talento" di Italia e Olanda van basten ritiro giubbotto di renna trofeo Berlusconi

 

Di Maradona, se si tratta di un appassionato precoce, ha visto a malapena da telespettatore il suo urlo dopo il gol contro la Grecia a USA ’94, prima della positività a un controllo antidoping.
Ronaldo, il fenomeno, almeno se l’è potuto godere a pieno. Anche se per colpa di un paio di ginocchia fragili è durato poco.
Messi e Cristiano Ronaldo? Straordinari, ma appassionarsi a un talento perennemente paragonato al suo predecessore più illustre e a un top model lampadato, alla soglia dei 30 anni, per alcuni può risultare anche un po’ difficile. Per non parlare di Neymar o altri ipotetici YouTuber e bomberoni.

Per un nato nel 1988 forse è semplicemente arrivato il momento di accettare di essere cresciuti e passare oltre? Probabile, ma di questi tempi l’età anagrafica non va necessariamente di pari passo con una presa cosciente di responsabilità e abbandono delle proprie passioni.
[Ci sono addirittura delle pagine di calcio gestite da ultra-maggiorenni che inneggiano feticisticamente al talento di Cleto Polonia, giusto per rendere l’idea.]

“Generazione con poco talento”

 

Il vuoto generazionale comunque non riguarda solo i ricordi. Risulta curioso, infatti, pensare ai grandi talenti del calcio che sono nati negli ultimi anni e alla strana mancanza presente nel 1988.
[Ci sono addirittura delle top 11 dei nati in quell’anno con Papastatoupholos, Ranocchia e Bendtner, giusto per rendere l’idea.]

1975) Beckham (Crespo, Veron)
1976) Ronaldo (Totti, Nesta, Shevchenko, Seedorf, Van Nistelrooy, Vieira)
1977) Henry (Liungberg)
1978) Buffon (Drogba, Lampard, Puyol, Klose, Riquelme)
1979) Pirlo (Owen, Forlan)
1980) Ronaldinho (Gerrard, Xavi, Kuyt)
1981) Ibrahimovic (Casillas)
1982) Kakà (Cech, Cassano)
1983) Van Persie (Dani Alves, Quagliarella)
1984) Iniesta (Torres, Schweinsteiger, Tevez, Robben, Sneijder)
1985) Cristiano Ronaldo (Rooney, Lavezzi, Modric)
1986) Neuer (Sergio Ramos, David Silva)
1987) Messi (Pique, Fabregas, Cavani, Benzema, Suarez, Bonucci)
1988) Aguero (Di Maria, Ozil)
1989) Bale (Walcott, Reus)
1990) De Gea (Kroos, Pjanic, Strootman, Balotelli)

Di fatto è proprio quel vuoto generazionale, di annate complessivamente povere di talento, che stanno pagando Italia e Olanda, costrette a fare i conti con una rosa composta da una vecchia guardia over 30, non più in grado di fare la differenza, e da giovani talenti poco più che ventenni, priva di guide carismatiche e giocatori decisivi al top della carriera.
Inutile sottolineare come delle politiche o delle scelte tecniche leggermente più oculate avrebbero potuto comunque limitare il problema di una generazione sfortunata, evitando una disfatta sportiva e sociale.
In Olanda probabilmente un po’ meno, ma in Italia dopo mesi di polemiche, dichiarazioni e demagogia la famosa raccapricciante giacca di renna di van Basten, a livello dirigenziale, dovrebbero indossarla ancora in tanti.
Remember the 1988: più che un tuffo nella nostalgia è un’inquietante presa di coscienza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

dieci − sei =